sabato 2 giugno 2012

La miopia della politica, o vogliono prenderci ancora in giro?

Il 5 giugno si svolgerà a Bruxelles, organizzato dal PPE, un convegno dall'impegnativo titolo: "L'Europa e il cambiamento necessario".
Tema, in apparenza, interessante e stimolante, quanto mai di attualità, che parrebbe l'occasione per mettere a fuoco le criticità dell'UE e della sua politica.
Ma se leggiamo il documento di presentazione (anche questo con un titolo mica da poco: addirittura "Appello agli Europei"!), viene il latte alle ginocchia: il vuoto totale, la parata delle banalità, che denotano ignoranza e totale assenza di comprensione dei fenomeni. O forse pensano di poterci prendere ancora in giro?
Ecco il testo:

Appello agli Europei
L'Europa e il cambiamento necessario

L'Europa sta attraversando la crisi economica e sociale, oltre che di leadership politica e istituzionale, più grave dal 1929, una crisi dovuta a una serie di scelte sbagliate, che rischiano di sprofondarci in una depressione economica da anni trenta e di dissolvere il progetto d’integrazione europea avviato nel dopoguerra da uomini illuminati.

L'Europa ha bisogno di politiche condivise dai suoi popoli e dagli Stati. Essa è oggi governata da un direttorio di governi che, oltre ad essere percepiti dai cittadini europei come lontani dai loro problemi e dalle loro aspirazioni, sono oggettivamente animati da scarsa comprensione dei problemi e delle aspirazioni altrui, perseguendo in modo quasi esclusivo un interesse nazionale di corto respiro e controproducente per gli interessi dell'Europa nel suo insieme.

Occorre un vero governo europeo democratico, cioè eletto direttamente dai cittadini in una prospettiva federale.

L’Europa ha bisogno di più unità e solidarietà tra i popoli e gli Stati. A questo si può arrivare più facilmente anche promuovendo una rete d’iniziative culturali, che rilancino e favoriscano lo sviluppo di un'identità e di una coscienza “patriottica” europea. 

C'è bisogno urgente di un grande cambiamento per la politica europea che deve, in questo drammatico momento di rischio involutivo, operare per lo sviluppo economico e sociale di tutti gli europei rispettando la loro dignità e riconoscendo la libertà umana come motore fondamentale di sviluppo all'interno di valori morali e sociali fondanti la convivenza civile.


Elementi irrinunciabili di questo cambiamento sono:
  • La riaffermazione della centralità delle radici spirituali e culturali cristiane e greco-romane della nostra Europa, nel rispetto e nella valorizzazione del contributo che alla costruzione dell'identità europea hanno dato anche le altre tradizioni religiose e culturali quantitativamente minoritarie, dagli albori fino ai giorni nostri;
  • La valorizzazione della piena libertà di educazione e d'impresa quali elementi indispensabili di reazione alla crisi globale e, in parallelo, la riduzione dell'intermediazione amministrativa nella gestione economica globale;
  • Il riconoscimento dei principi di responsabilità personale e di rappresentanza democratica quale base dell'azione individuale e politica, intesa quest’ultima come affermazione del bene comune e come servizio alla comunità;
  • L'applicazione del principio di "sussidiarietà" per regolare i rapporti fra l'Unione, gli Stati nazionali e i cittadini europei e di un approccio solidaristico che non sia di natura assistenziale, ma che miri ad aprire opportunità di sviluppo per tutti;
  • Il sostegno giuridico ed economico-sociale alla famiglia naturale basata sull'unione tra uomo e donna, fondamento della società;
  • Il pieno e concreto sostegno ai tentativi di formazione e divulgazione di una Storia europea, e non unicamente nazionale, nelle scuole di tutta l'Unione

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